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Pubalgia? Come riconoscerla e curarla

Mai sottovalutarla. La prima regola è quella di mettersi a riposo totale. Se non passa ci sono molte terapie che si possono provare

Chiunque l’abbia provata sa perfettamente quanto possa fare male. Un dolore, spesso acuto che colpisce la zona dell’inguine e dell’addome fino alle gambe. La pubalgia si fa sentire ogni volta che facciamo un movimento, può colpire praticamente tutti coloro che fanno un’attività fisica anche se predilige calciatori, tennisti, ballerini e schermidori. A soffrirne però non sono solo gli sportivi, ma anche chi, pur non svolgendo un’attività motoria impegnativa, fa movimenti scorretti nella zona interessata.

Il principale sintomo di questa infiammazione è un dolore acuto che interessa la zona pubica, quella inguinale, fino a irradiarsi all’interno coscia, colpendo anche i muscoli adduttori.

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Pubalgia: quali sono le cause?

Le cause possono essere molte, se ne contano fino a 70, ma generalmente è dovuta a una serie di microtraumi ripetuti nel tempo che creano danni nei punti in cui alcuni muscoli – tra i quali gli adduttori e gli addominali – si “attaccano” all’osso publico. Insomma quando sovraccarichiamo la zona.

Tra le altre cause troviamo:

  • problemi articolari congenite e o degenerative
  • patologie del piede
  • problemi alla colonna vertebrale
  • interventi chirurgici che abbiano alterato la muscolatura dell’addome.

Sintomi della pubalgia

Il sintomo principale è un forte dolore nella zona del pube che si irradia anche all’interno delle cosce. Agli esordi il dolore compare soprattutto quando ci svegliamo la mattina, per diminuire man mano che riscaldiamo il muscolo. E questo è un problema, perché invece di metterci subito a riposo e curarci continuiamo spesso a praticare attività fisica peggiorando la situazione, fino ad arrivare ad avere dolori lancinanti.

Come si fa la diagnosi

Servono radiografie del bacino, in particolare del pube, per riconoscere eventuali calcificazioni anomale, microfratture o irregolarità dell’osso che abbiano in qualche modo compromesso l’equilibrio muscolare e scheletrico. L’ecografia, anche in movimento, indaga le cause muscolari del disturbo, eventuali edemi, traumi ed ernie. Infine, la risonanza magnetica fornisce una fotografia dettagliata d’insieme.

Il quadro complessivo permette di identificare con precisione la causa della pubalgia ed eliminare disturbi dovuti a ernie, strappi e contratture muscolari o patologie dei testicoli che possono dare un dolore locale, anche acuto, simile a quello del più classico stress muscolo-scheletrico da attività motoria.

Le terapie

Mai sottovalutare la pubalgia. Se non si affronta subito può avere conseguenze anche importanti. La prima terapia è il riposo, che deve durare almeno qualche settimana e comunque fino a quando riusciamo a muovere i muscoli della zona interessata senza provare dolore. Quando si parla di riposo, s’intende riposo totale. Essendo coinvolti anche gli addominali ad esempio non dobbiamo fare l’errore di andare comunque in palestra ad allenarci le braccia, perché in ogni movimento del corpo gli addominali sono sempre coinvolti.

Antinfiammatori e borsa del ghiaccio 

Per aiutare la guarigione il medico può prescrivere degli antinfiammatori e possiamo utilizzare anche la borsa del ghiaccio 3/4 volte al giorno direttamente sulla zona che fa male per 10/15 minuti. Se quindi la nostra pubalgia sarà lieve, generalmente passa in due tre settimane.

Se la situazione è più importante si possono fare altre terapie

Le più usate sono:

  • le onde d’urto: in molti casi è risolutivo. Ogni seduta dura pochi minuti e il sollievo arriva praticamente da subito. In generale stimolano l’attivazione dei naturali processi biologici di riparazione dei tessuti. Ovviamente i prezzi variano molto, ma tendenzialmente per ogni seduta vengono chiesti tra i 50 e i 60 euro;
  • la tecarterapia consiste nell’attivazione energetica della parte lesa, che attiva appunto i processi antinfiammatori e riparativi naturali del nostro corpo. Con delle piccole cariche elettriche si stimola la zona. Non è dolorosa ed è priva di effetti collaterali. Il costo si aggira tra i 40 e i 50 euro a seduta;
  • la laserterapia utilizza la luce laser ad alta potenza superpulsati o laser NdYAg, che hanno frequenze e potenze elevate in grado di innescare il processo riparativo. Generalmente è meglio associarla alle onde d’urto o alla tecarterapia.

Pubalgia: la riabilitazione

Un ruolo importante ce l’ha la riabilitazione attraverso esercizi di rinforzo muscolare, stretching e ginnastica per correggere la postura. Sempre più spesso viene proposta anche l’idroterapia, ovvero la fisioterapia in acqua, che facilita il lavoro del paziente perché com’è noto l’acqua riduce notevolmente la sensazione del peso corporeo, pesando meno sugli arti inferiori.

Solo in casi particolarmente gravi o quando la zona s’infiamma spesso si può ricorrere al chirurgo.

La pubalgia si può prevenire: ecco come

Oltre allo sviluppo della muscolatura specifica per il proprio sport, è bene allenare anche le zone di cerniera del corpo, come appunto la zona pubica che collega busto e gambe. Se, per esempio, i quadricipiti sono fortissimi ma gli addominali poco tonici, nel movimento si creano disarmonie che possono degenerare e creare dolore nei punti di incontro. Meglio perciò fare più di uno sport. Il nuoto resta sempre il movimento che allena meglio tutto il corpo in modo armonico. Per chi pratica attività saltuariamente o comunque in modo dilettantesco, è indispensabile procedere per gradi. Occorre poi avere sempre un’attrezzatura adeguata al tipo di movimento e all’intensità dello sforzo. La scelta della scarpa giusta, adatta al tipo di terreno, al peso corporeo e al tipo di appoggio del piede, aiuta a evitare problemi. Infine, prima di fare sport, è bene fare sempre un po’ di riscaldamento e fare stretching alla fine dell’attività.

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